
Quando si tratta di sostituire il proprio smartphone le alternative non vengono più, per fortuna, soltanto dal nuovo, dall’usato, dai piani in abbonamento proposti dalle varie compagnie telefoniche: c’è un mercato che va prendendo sempre più piede ed è quello del refurbished.
Su siti come CertiDeal e nei negozi fisici si trovano sempre più spesso, cioè, iphone x ricondizionati che dopo essere stati usati una prima volta hanno subito in laboratorio test di funzionalità, riparazioni e sostituzioni hardware e software per essere riportati alle prestazioni di fabbrica e poter essere rivenduti. Proviamo a conoscere meglio il mercato degli smartphone ricondizionati, allora, partendo da qualche cifra.
Per conoscere meglio il mercato degli smartphone ricondizionati? Basta partire dai numeri
Oltre 65 miliardi di euro è, innanzitutto, il valore stimato che il mercato refurbished avrà entro il 2024: si prevede, cioè, un incremento a due cifre nel numero di smartphone ricondizionati acquistati dagli italiani nei prossimi anni e non è una previsione azzardata se si considera che lo stesso numero sarebbe, secondo gli ultimi dati disponibili, già raddoppiato rispetto al solo 2020.
Merito della crisi, certo, e della necessità per le famiglie di stringere sulle spese: è innegabile, infatti, che tra le caratteristiche degli smartphone ricondizionati ci sia un prezzo notevolmente inferiore rispetto a quello di mercato e tale per cui è possibile procurarsi, con lo stesso budget, un dispositivo di gamma e caratteristiche tecniche superiori rispetto a quello che si potrebbe acquistare optando per uno smartphone nuovo. Per tornare ai numeri del mercato refurbished, così, tra il 15% e il 70% è il risparmio stimato acquistando uno smartphone ricondizionato.
A sedurre degli smartphone ricondizionati è, però, anche la natura verde e sostenibile: ancora a proposito di numeri, 82 sono i chili di anidride carbonica che ogni singolo cellulare di ultima generazione emetterebbe dal momento in cui è prodotto a quello in cui viene smaltito e dieci gli anni di vita che permetterebbero di ammortizzare una tale impronta carbonica, quando mediamente invece uno smartphone viene effettivamente utilizzato per meno di due anni. Il ricondizionamento impedisce in questo senso che lo smartphone finisca, prima del dovuto, in discarica e tra i rifiuti elettronici.
Il fatto che gli smartphone ricondizionati siano letteralmente smartphone “salvati” non deve far pensare a un minus di qualità o performance: tra i vari test che vengono effettuati in laboratorio sugli smartphone ricondizionati ce ne sono volti a verificare appunto che siano abbastanza performanti e, per citare ancora delle cifre, la media è per questo tipo di dispositivi una funzionalità dell’80% rispetto a quelli nuovi (vale soprattutto per l’autonomia di carica della batteria che è tra gli aspetti che in genere più preoccupano chi acquista dispositivi di seconda mano).
Per essere sicuri di portare a casa uno smartphone ricondizionato di buona qualità, certo, è meglio rivolgersi a dei veri professionisti del settore e a negozi di elettronica ricondizionata fisici o digitali che godano di buona reputazione. Altri due numeri da segnarsi sono in questo senso uno, come l’anno minimo di garanzia di cui poter godere, e trenta, come i giorni minimi entro cui poter esercitare il diritto di reso.